Coach Sasha Djordjevic, intervistato da “Il Resto del Carlino”, ha parlato di pre-season, mercato e obiettivi della nuova Segafredo Virtus Bologna.
L’inizio della pre-season.
“I ragazzi si sono presentati con una grande tenuta fisica e in questi mesi hanno avuto cura del loro corpo. Hanno avuto un atteggiamento molto serio e sono molto carichi: vogliono tornare a lavorare insieme”.
Siete partiti per Folgaria, quali sono gli obiettivi a cui punta in questo ritiro?
“Avere lo stesso livello di tenuta fisica, anche se non sarà facile, e poi costruire lo stesso modo di comunicare integrando i nuovi nel sistema. Abbiamo un aiuto
importante da chi è già qui dall’anno scorso per cui il loro inserimento sta andando nella giusta direzione”.
Ci descrive la nuova Virtus?
“Abbiamo cercato di inserire alcuni italiani come Awudu Abass e Amedeo Tessitori a cui bisogna aggiungere un giocatore di formazione italiana come Amar Alibegovic perché l’idea della società era quella di rinforzare l’identità azzurra. Nel mercato dell’estate scorsa abbiamo cercato atleti che non erano residenti in Italia negli ultimi due anni per poter usufruire delle agevolazioni fiscali sottoscrivendo contratti pluriennali e quest’anno abbiamo aggiunto un solo straniero, Josh Adams”.
Ha ancora l’amaro in bocca per la passata stagione non conclusa?
“Ci ricorderemo di questo 2020, più per le disgrazie che ha creato il virus che per le questioni sportive. Ogni singola vita umana è il bene più prezioso che ci sia, però, noi siamo sportivi e dobbiamo parlare di scudetti, medaglie e vittoria. Ci dispiace, perché abbiamo fatto un salto di qualità più grande rispetto a quello che era previsto. Quattro anni fa Il dottor Zanetti è arrivato con la squadra che era in A2, poi 2 estati fa ci sono stati grandi cambiamenti per dare un’impronta forte. Le ambizioni sono grandi e tutti noi guardiamo in alto. Passo dopo passo proviamo ad arrivare lassù, cercando di starci poi più tempo possibile”.
Giocare la Super Coppa dopo appena un mese di lavoro è presto?
“Sì. Io le vedo come partite amichevoli, ma non è sbagliato averle messe in calendario. I giocatori non saranno pronti, ma era necessario partire. Si spera di tornare presto alla normalità e per iniziare bisogna imparare a convivere con la pandemia e per questo ci auguriamo che presto i tifosi possano tornare nei palazzi. Noi sportivi ne abbiamo bisogno per il loro calore, così come la società per le risorse. Il momento è particolare, ma dobbiamo guardare in positivo”.
Un giudizio sul prossimo campionato italiano?
“Pandemia permettendo siamo sulla strada di avere un maggior impatto mediatico. Si sono create le condizioni per tenere un campione come Scola in Italia e in una realtà storica come Varese. La consistenza e la fermezza di Venezia, la forza mediatica ed economica di Milano, la nostra ambizione come Virtus di investire sull’italianità, senza dimenticare la Fortitudo che con i suoi 4.500 abbonati è una forza della natura e che dimostra come BasketCity stia riemergendo.
Poi c’è Pesaro che ha puntato su un grande allenatore per ripartire, la conferma di Treviso, la crescita di una Trieste dove la passione è molto sentita, Brindisi che rappresenta una intera regione. La presenza di Roma e Sassari sempre in prima fila”.
Quali sono le scommesse per la prossima stagione?
“Continuare a lavorare sulla crescita dei giocatori, sia dal punto di vista tecnico e tattico che da quello fisico. Credo che quest’anno si vedranno ancora di più i progressi di Pajola, mentre vogliamo risposare il carattere guerriero di alcuni nostri giocatori per ricreare con i tifosi quell’ambiente che avevamo in casa e che abbiamo vissuti anche in trasferta. Tutti noi allenatori dovremmo, se avessimo la possibilità di avere quel tipo di giocatore, lavorare per dare un numero 5 alla nazionale italiana perché è carente nel reparto dei lunghi. Tessitori è stato preso anche per questo motivo e la nazionale è il vero motore del movimento e noi dobbiamo impegnarci anche per lei”.
E gli obiettivi quali sono?
“Alla Virtus si va in campo per i titoli e per le finali. Noi non sappiamo giocare in modo diverso: avremo rispetto di tutti e paura di nessuno”.
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