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Virtus Bologna, Nico Mannion: “Primo anno difficile ma ora ho lavorato tanto…”

Nico Mannion torna a parlare della prima e faticosa stagione disputata in Italia con la Segafredo Virtus Bologna. Il play azzurro però in estate ha lavorato duramente per migliorare a livello fisico e tattico. 

“Nella mia testa io sono di questo livello, se le altre persone non sono d’accordo è fuori dal mio controllo. E’ importante la mia fiducia e quella che mi dimostrano quotidianamente gli allentori e i compagni di squadra. L’obiettivo sarà cercare di vincere il campionato, credo che sia la giusta per ogni squadra di questo livello”

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Il lavoro estivo:
“Ho passato cinque settimane in Arizona lavorando tanto in palestra: un paio di ore di allenamento individuale al mattino e poi un’ora e mezzo di pesi. Mi sono concentrato sul fisico per aggiungere peso, credo che questo sia l’aspetto principale, a maggior ragione in vista di una stagione con molte più partite del solito. La gente ha sempre avuto dubbi riguardo la mia taglia e la mia fisicità, voglio sgomberare il campo da questo punto di vista”.

Su cosa migliorare?
“Devo lavorare su tutto, naturalmente. Soprattutto sul controllo del gioco, che in Europa è molto più importante che in America. Le mie letture penso siano buone, devo giocare in maniera più semplice magari.
Lo scorso anno è servito a cogliere il bene e il male da ogni situazione e a sfruttare ogni occasione che ti si presenta davanti. Mi è servito a comprendere il basket europeo, una cosa completamente differente da ciò a cui ero abituato. Capire cosa significa fare il playmaker qui rispetto agli Stati Uniti, uno stile di gioco diverso che ho potuto apprendere lo scorso anno e che ho studiato anche nel corso dell’estate”.

Le difficoltà della prima stagione:
“Ho faticato a capire le spaziature. Sono una guardia di piccola taglia, sono sempre stato abituato a battere il mio difensore e arrivare al ferro approfittando degli spazi. Per un piccolo è più facile giocare in quel tipo di situazioni, mentre qui in Europa ad esempio non ci sono i tre secondi difensivi e le aree sono sempre piene. Ci aggiungo anche che, uscendo da quel tipo di estate, ero molto debole e qui la fisicità è molto maggiore che negli States: tutte queste cose combinate sono state una tempesta perfetta. Non sono riuscito a essere me stesso per il problema estivo e non sono riuscito a mostrare alla gente chi fossi veramente. Non è stata colpa di nessuno, solo della situazione contingente e quest’anno sono solo felice di essere nuovamente in salute.”

Fonte: Il Corriere di Bologna | Foto: Virtus.it