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Virtus Bologna 22/23: Alessandro Pajola

È difficile esprimere a parole l’amore che lega Alessandro Pajola e la Virtus Bologna (e viceversa). Il marchigiano classe 1999 è arrivato a Bologna a soli 16 anni, lasciando la città di Ancona dove era nato e cresciuto anche cestisticamente, militando nelle giovanili della Stamura Ancona. Fin dal primo anno è stato aggregato alla prima squadra, esordendo in Serie A nella stagione 2015/2016 contro l’Olimpia Milano. Paradossalmente, la retrocessione della squadra si è dimostrata un’occasione per Alessandro, che ha trovato più spazio nella serie cadetta. Con il ritorno nella massima serie delle Vunere, Pajola entra in pianta stabile nelle rotazioni della squadra, anche se il suo fisico ancora poco sviluppato e la sua giovane età non gli permettono di giocare molti minuti nel corso delle stagioni 2018 e 2019.

Sotto la guida di Sale Djordjevic, Pajola vede crescere esponenzialmente il suo minutaggio. Il coach serbo crede fortemente nel giovane ragazzo marchigiano, che nel corso delle due stagioni successive migliora sotto tutti gli aspetti tecnici e fisici. Alessandro aumenta la sua massa muscolare, migliora in attacco, diventa un mix di aggressività, impulsività ed intelligenza tattica in difesa. Dopo la vittoria dello scudetto con la Virtus, viene convocato dal c.t. Meo Sacchetti per il torneo olimpico di Tokyo, durante il quale è assoluto protagonista con la maglia azzurra. Nel corso dell’ultima stagione, Pajola gioca con continuità agli ordini di coach Scariolo, confermando quanto di buono aveva fatto vedere nell’annata precedente. Grazie alle sue prestazioni, si guadagna la chiamata di coach Pozzecco per Eurobasket, dove l’Italia si ferma ai quarti contro la Francia.

Citando Flavio Tranquillo: “Alessandro Pajola quanti punti ha? Zero, ma CHISSENEFREGA!” si può spiegare in breve il valore del giovane play bianconero. Personalmente, mai avrei creduto che Pajola avrebbe raggiunto livelli simili nel corso della sua carriera. Mi sbagliavo di grosso. Fin dall’inizio della sua carriera Alessandro è stato un difensore eccezionale, capace di collezionare palle rubate a ripetizione e sempre in ottima posizione difensiva sull’avversario. Colpiscono soprattutto la grinta e la cattiveria con le quali il 23enne virtussino agisce in campo, che gli permettono di essere pericoloso per gli avversari.

Negli anni, Pajola ha notevolmente migliorato anche il contributo offensivo che può fornire alla squadra. Se agli esordi lo si poteva osservare quasi impaurito, ora è in grado di gestire abilmente il ritmo offensivo della squadra, fornendo ottimi passaggi ai compagni e talvolta tagliando al ferro. L’unico vero punto debole di Alessandro è la fase offensiva intesa come “personale”, nel senso che le percentuali da tre punti sono esigue così come le sue abilità di creazione del tiro dal palleggio. Nonostante questi due fondamentali lo limitino tuttora, dall’inizio della sua carriera ha avuto enormi miglioramenti. Sono convinto che Pajola, negli anni, migliorerà ancora molto grazie alla sua impeccabile etica del lavoro. E se non avrà mai 20 punti di media a partita, CHISSENEFREGA, non è quel tipo di giocatore.

Dalla stagione di Alessandro Pajola ci aspettiamo il solito contributo, Sergio Scariolo lo utilizzerà da playmaker titolare in campionato e starà a lui decidere se dargli qualche minuto in Eurolega. Se il play bianconero giocherà con la stessa abnegazione di sempre, troverà il suo posto anche nella massima competizione europea. Sarebbe importante per Alessandro trovare fiducia in attacco, lo porterebbe a prendere con più convinzione tiri dal perimetro che gli abbiamo visto segnare in carriera ma meno lo scorso anno. In questo caso, i quintetti con Pajola in campo sarebbero comunque molto utili difensivamente e aumenterebbero la pericolosità offensiva, con un giocatore in più capace di segnare con continuità da lontano.

Foto: Virtus.it