Ieri sera la Virtus Bologna ha collezionato la sua terza vittoria stagionale in Eurolega, sbancando il forum di Assago per 59-64. In una gara molto fisica e con poco ritmo, la differenza l’hanno fatta le giocate e l’esperienza di Milos Teodosic, assoluto dominatore del match. Se da un lato il fenomeno serbo ha guidato i compagni in campo, dall’altro la preparazione di Sergio Scariolo è stata determinante. Di seguito, cinque chiavi del successo delle “Vu Nere” sulle “Scarpette Rosse”.
La difesa organizzata dalla panchina bianconera, grazie alla quale la Virtus è tornata a Bologna con una vittoria in più. Nonostante in attacco la squadra faccia ancora molta fatica in alcuni momenti della partita, in questo inizio di stagione le “Vu Nere” hanno dimostrato di poter vincere basandosi su una difesa solida e arcigna. Ieri sera, sul parquet del Forum, i ragazzi di Scariolo hanno colpito per la loro aggressività. Questa caratteristica non solo ha generato 7 palle recuperate con conseguenti contropiedi, ma ha anche inaridito l’attacco di Milano, che non è riuscito a trovare quasi mai linee di passaggio e tiri aperti. Oltre a un buon apporto sul perimetro, la Virtus ha dominato il pitturato, impedendo all’Olimpia di costruire facili tiri ad alta percentuale vicino al ferro. I lunghi bianconeri hanno di fatto chiuso l’area ai penetratori meneghini, concedendo solo 7 rimbalzi offensivi ad una squadra fisica come quella allenata da Messina. L’ultima considerazione riguarda la zona 2-3 che lo staff tecnico decide di utilizzare a sorpresa in alcuni momenti della partita, che può essere molto efficace se tutti mantengono le giuste posizioni, come accaduto ieri sera.
Le assenze e la poca fiducia di Milano, che sicuramente hanno inciso sul risultato finale. Non poter contare su tiratori del calibro di Baron e Datome e sul giocatore più forte, Shavon Shields, ha portato l’attacco milanese ad avere enormi difficoltà. La cosa che preoccupa di più Messina e i suoi assistenti è però la totale sfiducia della squadra, come ammesso dallo stesso allenatore in conferenza stampa. “I giocatori passano tiri”, cioè rifiutano di prendere tiri aperti per creare un ulteriore vantaggio, incappando in palleggi di troppo e infrazioni di 24 secondi. Un aspetto che riguarda soprattutto la componente mentale, difficile da risolvere e per il quale servirà tempo.
Milos Teodosic, perché alla fine l’ha vinta lui. È incredibile come l’attacco bianconero cambi marcia con lui in campo, passando dalla confusione all’ordine quasi inconsciamente. Il ruolo che il mago serbo ricopre si distacca da quello dalle annate passate. In questa stagione, Milos non è più un titolare, ma un sesto uomo di lusso che guida i compagni verso la vittoria. L’età avanza, ma l’immenso talento rimane lo stesso di un tempo, non risente del passare degli anni. Ieri sera Teodosic è stato chirurgico, con 5/6 dall’arco e 4 assist, di cui due stupendi, regalati ai compagni. La nota più lieta è rappresentata dalla prova difensiva dal serbo, che non ha sofferto ed è stato aggressivo e deciso come tutti i suoi compagni. Colpisce anche la disciplina con la quale ha attaccato la difesa avversaria, senza mai forzare nulla e giocando con intelligenza. Un fuoriclasse assoluto.
Il ritorno di Toko Shengelia e Jordan Mickey, perché hanno dominato i forti e altisonanti lunghi milanesi. Che il georgiano potesse fare la differenza a questo livello già lo si sapeva, che potesse aiutare Mickey a sbocciare no. Infatti, oltre alle due stupende prestazioni che la Virtus si tiene stretta, Scariolo potrebbe aver trovato la sua “death lineup”, ossia il quintetto da mettere sul parquet nei momenti decisivi. Il lungo ex Real Madrid era sembrato un po’ fuori fase nelle prime uscite europee, mentre contro Milano ha giocato davvero bene, chiudendo con 14 punti e 5 rimbalzi. La dirigenza delle “Vu Nere”, in estate, ha costruito un reparto lunghi in cui i protagonisti si possono alternare, passando da ala forte a centro a seconda della necessità. Ieri, per la prima volta, abbiamo visto tutte le qualità di Mickey proprio quando di fianco a lui c’era un ala grande fisica e strutturata come Shengelia. Un’opzione in più su cui lo staff tecnico può puntare con costanza.
Un gruppo coeso e un ambiente fantastico, perché dagli strascichi della sconfitta con l’Asvel puoi uscirci solo restando unito e se l’ambiente ti supporta. La Virtus è una squadra piena di caratteri forti, che però non si pestano i piedi. In difesa si lascia guidare da Hackett e Pajola, in attacco da Teodosic e Lundberg. In tutto ciò, ci sono ottimi uomini di talento e spessore come, per esempio, Shengelia e Ojeleye. La vittoria ottenuta ieri sera è importante, perché rilancia il club bolognese in ottica playoff. Una squadra disunita non vince prima a Madrid e poi a Milano, un ambiente disunito non riempie il settore ospiti cantando per tutti i 40′. Uniti, si vince.
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