Nella prima uscita stagionale europea la Virtus parte forte, poi sbanda e infine prende il muro. Forse qualcuno si aspettava qualcosa di diverso, non avendo fatto i conti con la realtà. Al Paladozza è andato in scena un evento unico, il ritorno di una squadra storica nell’ambiente che le è più consono. L’avversaria, Monaco, è stata sottovalutata dai tifosi non tanto per il suo valore, ma a causa dell’importanza dell’evento per la città di Bologna. Dopo un pre-partita intenso con cori e coreografie spettacolari, si è iniziato a giocare davvero, e la luce prodotta dall’amore della gente si è pian piano sbiadita sempre di più.
La Virtus ha steccato la prima partita stagionale, pensandoci bene a Bologna dovevano aspettarselo. Monaco ha dimostrato di essere una squadra più unita, più completa, semplicemente più forte. Guidata da un cavallo di razza come Mike James, croce e delizia (ieri sera sicuramente la seconda), e da un supporting cast di ottimo livello. Se continuerà a giocare come ieri sera, prevedo che andrà a giocarsela fino in fondo. Le Vunere sono apparse inermi, spaesate in un contesto tutto nuovo con cinque debuttanti.
I giocatori ci sono, il coach è esperto, bisogna solo avere pazienza. Questa virtù spesso è mancata in passato, soprattutto sotto le due torri, dove come ha detto coach Scariolo ci sono una marea di allenatori. Bologna è così, è unica anche per questo, tutti ti diranno cosa fare ma, al contempo, ti ameranno fino a quando non deciderai di andartene. La Segafredo non parte neanche male, cavalcando il rientrante Jaiteh nei primi minuti. I bianconeri attaccano l’area, producendo dodici punti nei primi cinque minuti. Timeout televisivo, coach Sasa Obradovic sistema i suoi, Monaco toglie l’area alla Virtus, inizia la notte. I padroni di casa ci provano, si impegnano al massimo, ma si scontrano con l’esperienza di una squadra che già tanto bene ha fatto la scorsa stagione. La squadra del principato, nel terzo quarto, si rende protagonista di un clinic offensivo, mettendo in evidenza tutti i problemi delle Vunere.
Come ha detto coach Scariolo in conferenza, tutti sono ben coscienti del fatto che sarà una maratona e non uno sprint. Non me ne vogliano i più caldi ed istintivi, ma non è ancora il momento di gridare aiuto. Il grattacapo più grande, ai molti, sembra essere l’assenza di un fenomeno come James, capace di vincerti le partite da solo segnando canestri da ogni dove. Lundberg prova a fare lo stesso, ma la cilindrata è chiaramente diversa, nonostante il danese produca una discreta prestazione. La cosa che preoccupa di più non è tanto non avere un risolutore, quanto il poco movimento di palla che si è visto ieri sera. C’è tutto il tempo per recuperare e migliorare, ma la staticità offensiva è una preoccupazione dirompente all’Arcoveggio.
In attacco impaurita, in difesa disorientata. I bianconeri non riescono a trovare un modo per limitare l’attacco di Monaco, che alla fine produce 83 punti tirando con il 28% dal perimetro. La lezione è servita, il Paladozza continua ad incitare i suoi e la Virtus capisce di essere atterrata sul pianeta Eurolega. Il nuovo mondo è arduo, si oppone ad una facile scoperta, sembra quasi scivolare dalle mani dei ragazzi di Scariolo. Paradossalmente, questo è uno degli inizi migliori che potevano giungere in terra bolognese. La squadra, ora, è ben conscia del livello a cui si gioca a queste latitudini e ha capito che per riuscire a creare qualcosa bisogna fare ben di più. Meglio prendere 20 punti da un’ottima Monaco che giocare con l’Asvel e vincere sul finale senza rendersi conto di dove ci si trova.
I ragazzi hanno bisogno di tempo, del rientro dei due capigruppo Teodosic e Shengelia. Ora non occorre andare sul mercato, la squadra è competitiva e lo dimostrerà presto. La città conceda un momento di ambientamento ai ragazzi, serve ad avere un futuro in questo mondo tutto nuovo.
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