Visualizzazioni: 14074

Caso Clostebol: la WADA giustifica la squalifica di Jannik Sinner e le sue motivazioni

TENNIS – La WADA spiega la decisione di squalificare Jannik Sinner per tre mesi nel caso Clostebol, chiarendo le ragioni dietro il processo e le differenze rispetto ad altri casi.


WADA giustifica la squalifica di Sinner: il caso Clostebol spiegato

L’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha pubblicato un report che chiarisce le motivazioni alla base dell’accordo con Jannik Sinner nel contesto del caso Clostebol. Nel documento, la WADA ha ritenuto che la squalifica di 12 mesi sarebbe stata troppo severa, considerando la natura unica di questo caso.

Una squalifica di 3 mesi ritenuta appropriata

Secondo la WADA, il caso di Sinner si distingue per la sua singolarità. Non si trattava di una somministrazione diretta di Clostebol da parte del team del tennista, ma di un assorbimento transdermico dovuto a un trattamento effettuato dal massaggiatore senza il consenso né la conoscenza di Sinner. La WADA ha confermato che lo scenario descritto dall’atleta è scientificamente plausibile e supportato dai fatti, ritenendo giusta la squalifica di tre mesi piuttosto che di 12 mesi.

Se ti interessa approfittare dell’offerta Amazon Prime, puoi iscriverti gratuitamente e godere dei vantaggi per 30 giorni. Puoi annullare l’abbonamento in qualsiasi momento. [Scopri di più qui!]

La WADA si oppone alla decisione di primo grado

Nonostante la decisione iniziale del tribunale avesse escluso la colpa o la negligenza di Sinner, la WADA ha deciso di fare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS). La WADA ha spiegato che, secondo il Codice, gli atleti sono responsabili delle azioni del proprio entourage e devono essere consapevoli che il loro staff medico non può somministrare sostanze proibite, anche se senza il loro consenso. Questo principio ha spinto l’Agenzia a presentare appello.

Una violazione considerata unica

Un altro aspetto importante sottolineato nel report è la unicità del caso di Sinner. La WADA ha enfatizzato che il trattamento con Clostebol non è stato somministrato direttamente dall’entourage dell’atleta, ma tramite un’assorbimento accidentale attraverso un prodotto applicato sul dito del tennista. Questa peculiarità ha reso il caso significativamente diverso da altri in cui sono coinvolti supporti fisici diretti come le somministrazioni di sostanze proibite.

La sanzione in linea con la violazione

La WADA ha dichiarato di essere soddisfatta della risoluzione del caso, poiché la sanzione di tre mesi è considerata adeguata rispetto alla gravità della violazione commessa. L’Agenzia ha anche sottolineato che ogni caso viene trattato in base alle specifiche circostanze, e che non tutti i casi di doping sono uguali, anche se riguardano atleti di alto livello.

Quanto ha guadagnato Jannik Sinner dopo la vittoria degli Australian Open 2025? Le cifre e il montepremi

FAQ – WADA e il caso Jannik Sinner

1. Perché Jannik Sinner è stato squalificato?
Sinner è stato squalificato per tre mesi a causa di un caso di contaminazione accidentale con Clostebol, una sostanza proibita, avvenuto tramite un trattamento effettuato dal suo massaggiatore senza la sua conoscenza.

2. La squalifica di Sinner è stata troppo severa?
La WADA ha ritenuto che una squalifica di 12 mesi sarebbe stata eccessiva, considerando la natura unica di questo caso. Pertanto, è stato deciso di sanzionare Sinner con una squalifica di tre mesi.

3. Perché la WADA ha fatto ricorso al TAS?
La WADA ha fatto ricorso al TAS perché riteneva che la decisione di primo grado fosse errata, in quanto non applicava correttamente il principio di responsabilità dell’atleta riguardo alle azioni del proprio entourage.

4. Qual è la differenza tra il caso di Sinner e altri casi di doping?
Il caso di Sinner è considerato unico perché non c’è stata una somministrazione diretta di sostanze proibite dal suo team, ma un’assorbimento accidentale attraverso un trattamento del massaggiatore.

5. La WADA è soddisfatta della conclusione del caso?
Sì, la WADA è soddisfatta della squalifica di tre mesi, ritenendo che sia una sanzione proporzionata alla violazione e in linea con la gravità dei fatti.