Reduce dalle belle vittorie della scorsa settimana, una Virtus profondamente rimaneggiata cade sul campo del Baskonia senza dar mai la sensazione di poter imporre il suo ritmo alla gara. Complici le assenze di giocatori fondamentali Scariolo è costretto a cambiare le rotazioni, senza però ottenere i risultati sperati. Alla fine di una partita dominata dall’imprecisione e fretta generale, la Segafredo subisce la sua nona sconfitta europea. Di seguito le pagelle:
Nico Mannion 6: se in attacco, soprattutto nell’ultimo quarto, fa vedere cose davvero interessanti, in difesa è un buco nero come tutto il suo reparto. Viene surclassato ad ogni azione da Henry e Thompson che chiudono con 22 (ventidue!) assist di coppia. Peccato, perché quelle due triple consecutive sono il manifesto dello stile di Nico: talento e coraggio. Ripartire dalla fiducia offensiva.
Daniel Hackett 5: è una brutta serata quella del Pesarese, in controtendenza con le prestazioni delle ultime settimane. A causa della poca freschezza non riesce a contenere gli avversari e fa fatica anche in attacco. Arrivato già acciaccato per una contrattura, prende una botta alla spalla nel secondo periodo. Lotta, ma vanamente.
Alessandro Pajola 5: non sono queste le partite nelle quali Pajola può fare la differenza. Il suo stile di gioco, infatti, si basa sulla grinta e sull’aggressività difensiva. Stasera, venuta a mancare l’energia generale di squadra, non si è visto neanche il vero Pajo. I 4 assist non ingannino, l’apporto offensivo è stato poco incisivo.
Milos Teodosic 5: nel primo tempo ci prova per poi calare alla distanza. All’ennesima partita consecutiva inizia ad accusare la stanchezza e le conseguenze si vedono ad occhio nudo. Oltre ad essere confusionario in attacco (5 perse), in difesa fa davvero fatica, permettendo agli avversari di creare facili vantaggi.
Iffe Lundberg 4,5: quando nel secondo quarto segna 5 punti in fila sembra essere tornato lui. Purtroppo, quelle due belle giocate si rivelano un fuoco di paglia e la sua partita è lontana dalla sufficienza. Appare svuotato e fuori dagli schemi offensivi della squadra. Si accende un campanello di allarme.
Marco Belinelli 6: il capitano offre una sua versione vintage nel corso della ripresa segnando tre triple quasi consecutive, peccato finisca praticamente lì. Per quanto sia la sua miglior prova europea stagionale, le sue difficoltà in questa competizione rimangono lampanti. Se il secondo tempo è da vero Marco Belinelli, il primo è da dimenticare. Nonostante questo è uno dei più combattivi.
Kyle Weems 5: ormai sono diverse partite che gli viene chiesto di giocare in un ruolo non suo contro avversari più dotati fisicamente. Di sicuro non gioca una buona partita, ma non è uno degli assenti ingiustificati della contesa. Costello se lo mangia, ma non è una sorpresa. Il vero Kyle si vedrà solo da ala piccola al rientro degli infortunati.
Toko Shengelia 5,5: una prestazione tutta cuore e decisione che però non rende come dovrebbe. Il georgiano c’è, si impegna e si sbatte, senza però trovare con frequenza la via del canestro. Al contrario, trova di frequenza palle perse e errori da dentro l’area. Serata storta, anche se nel terzo quarto mette in mostra tutte le sue potenzialità.
Mam Jaiteh 4: Houston, abbiamo ufficialmente un problema. Tralasciando i comunque sensati e condivisibili discorsi di Scariolo sul rapporto qualità/prezzo, la partita di Mam è un autentico film horror. La quantità di appoggi sbagliati da meno di un metro è incredibile, così come il fatto che a un gigante di 2,11 metri non passi neanche per la testa l’idea di schiacciare. Il bello è che come posizione, tagli verso il ferro e rimbalzi non fa neanche male. Dov’è l’aggressività che gli si richiede? C’è un problema a livello mentale di fiducia?
Ismaël Bako 6: in una partita in cui Jaiteh ne combina di ogni gioca solo 13′. In una partita con le rotazioni ridotte all’osso gioca solo 13′. In una partita in cui quando entra prende rimbalzi, mette energia e segna qualche punto gioca solo 13′. Questo fa capire quanto in panchina si fidino di lui.
Sergio Scariolo e staff tecnico 5: insufficiente perché, anche con la scusante delle assenze, la squadra non fa abbastanza per limitare il ritmo imposto dal Baskonia. La gara si trasforma così in un crogiolo di transizioni in cui i più talentuosi portano a casa il risultato. Come detto dal coach in conferenza, non c’è da essere contenti. Troppo permissivi.
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