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Alessandro Frosini: “Il passaggio da Fortitudo a Virtus duro ma poi non è andata così male”

Alessandro Frosini, sulle colonne di Stadio, ha parlato del famoso e chiacchierato trasferimento dalla Fortitudo alla Virtus avvenuta nell’estate del 1997.

“È stata dura, venivo da tre anni in Fortitudo in cui giocavo minuti da titolare. Da una parte ero il traditore, dall’altra mi vedevano come un fortitudino, e io in mezzo pieno di dubbi. Cosa accadde? La verità è che Cappellari e Bianchini fecero legittimamente scelte diverse, mi presentarono una offerta irricevibile. Infatti, dopo, nel mio ruolo arrivarono sette giocatori. Avevano idee diverse, all’inizio fu un rammarico, ero stato bene e avrò un ricordo ottimo che non cancello, anche se perdemmo la finale scudetto. Tanto male però non mi è andata, se guardo alle due Euroleghe e altrettanti scudetti in Virtus”.

L’esperienza in Virtus
In Virtus dovevo rimettermi in discussione, competizione altissima. Inserirmi nel sistema di Messina era molto difficile per un ragazzo di nemmeno 25 anni, al fianco di campioni come Danilovic, Savic, Nesterovic. Ci voleva carattere per stare in quello spogliatoio, assieme all’intelligenza di capire quale fosse il ruolo, di cosa la squadra avesse bisogno. Quanti ne ho visti passare di giocatori che venivano con la pretesa di avere minuti e il pallone in mano. Intanto dovevi guadagnarti la fiducia difensiva di coach e compagni. In tanti alzavano le mani e dicevano no grazie, e se ne andavano. Io fortissimamente volli il mio spazio”.


Il trionfo più bello?
“Sento molto mia l’Eurolega del 2001, il Grande Slam in generale, ero importante nel sistema. Venivo da un momento difficile, avevo perso papà da poco, il mio più grande tifoso. Fu una dedica speciale”.


Sulla Virtus Bologna di oggi
“Avrebbe meritato di giocarsi fino in fondo lo scudetto, come tutti quelli che sarebbero andati ai playoff. Un titolo a tavolino non avrebbe lasciato nulla di più. Hanno avuto un calo fisiologico, ma è squadra che su un playoff lungo si sarebbe trovata di fronte pochi competitor. Hanno tracciato una linea importante con scelte fortissime e un progetto alle spalle che stava dando risultati. Poteva tornare subito tra le grandi e magari vincere l’Eurocup per andare in Eurolega”